giovedì 8 novembre 2007

Il genio della porta accanto

Il genio della porta accanto

Intervista a Fabio V. ( novembre 2007)

Fabio V. è un ragazzo di 30 anni, laureatosi qualche anno fa in Chimica Industriale presso l’Università di Milano.
Fabio ha tenuto a premettere che secondo lui questa ntervista andrebbe divisa in due fasi distinte, una riguardante l’aritmetica e l’altra la matematica.
· fin da piccolo amava l’aritmetica dimostrando una certa predisposizione per i numeri ed acquisendo una notevole dimestichezza con addizioni e sottrazioni ancora prima di entrare in prima elementare.
· Ha imparato in fretta le tabelline, dominando un gioco in classe consistente nello sfidare i compagni proprio sulle tabelline. Dopo aver ripetutamente sconfitto tutti i compagni è stato il prof ad escluderlo dall’attività per renderla più avvincente
· Non si ricorda di aver mai riflettuto sul ruolo della matematica al di fuori della scuola

· ottimo rapporto anche alle medie
· eseguiva sempre i compiti con rapidità ed autonomia
· sia alle elementari che alle medie le verifiche andavano molto bene discostandosi raramente dal massimo dei voti
· preso in giro alle elementari e medie perché era troppo bravo, anche se non particolarmente per l’aritmetica
· quindi rapporto estremamente positivo con l’aritmetica
· idee estremamente chiare sulla scelta del liceo, mai messo in dubbio la scelta dello scientifico
· ha un pessimo ricordo del Prof al liceo perché uomo troppo buono, incapace di farsi valere e di “incutere timore” negli studenti. Ciò lo ha portato ad essere sempre più lascivo nell’esecuzione dei compiti, non avendo nessun timore di incappare nelle sue ire
· continuava ad apprezzare la materia, pur non facendo i compiti e non studiandola più a dovere
· avrebbe preferito di gran lunga avere un prof severo, simile a quello di elementari e medie. Forse avrebbe avuto risultati molto migliori anche alle superiori
· apprezzava la razionalità e la logica alla base della matematica, sentendosi particolarmente dotato in questo senso
· per questa ragione ha sempre amato i giochi di intelligenza su base logico-matematica
· non ha mai odiato la matematica sino a fine liceo
· dopo il liceo ha optato per una facoltà scientifica, comprendente tre esami di matematica
· analisi 1 è diventato uno degli esami che maggiormente l’hanno messo in difficoltà, insinuando in lui il dubbio che la strada scelta fosse davvero la più giusta. Superato quell’esame ha passato al primo tentativo sia analisi 2 che calcolo numerico
· ha una visione spiccatamente razionale della realtà
· non usa la matematica nel suo lavoro, ma l’aritmetica sì. Sostiene che chiunque debba per forza avere qualcosa a che fare con l’aritmetica nella vita e che sia impossibile vivere senza i numeri
· sarebbe ben felice di iniziare suo figlio al fascino dei numeri in età prescolare. Non sarebbe in grado di spiegare qualcosa di matematica a suo figlio, ma sarebbe felice se lui si appassionasse a tale materia
· è convinto che un bambino abbia fin da piccolissimo una matematica interna, in quanto il mondo stesso si basa sui numeri
· è una persona piuttosto rigida e poco flessibile
· non si sente bravo in matematica ed è convinto di non sottostimarsi. D’altronde sostiene che la percentuale di persone davvero brave in matematica (e non aritmetica) sia risibile

Fabio si sente tuttora molto affascinato dal mondo dei numeri, mondo che sente intimamente suo. Non riesce a immaginarsi un mondo in cui i numeri siano superflui, nessuno –volente o nolente- può rifiutarsi di avere qualcosa a che fare con l’aritmetica.